
Eccomi di nuovo con il festival del bianco d’antan…
Oggi si Parla del Pico dei Laorenti di Angiolino Maule o se volete del’La Biancara’.
Giallo oro con riflessi quasi ramati un colore sublime ed affascinante una consistenza quasi perfetta nella sua geometria di rotazione. Denso, ma fluido e compatto con sviluppo di archetti e lacrime fitte e lente… che struttura questo vino!!!!!!
Naso subito potente e monolitico: il terroir????Provate ad immaginare di avere due sassi calcareo vulcanici ricoperti da un leggero strato di polvere argilloso zolforsa e strisciateli l’uno contro l’altro e avrete questo inebriante aroma della madre terra della su stessa essenza. Un vino che rappresenta la sintesi della terra e del terroir. Si fanno spazio poi in questo mare di terra calcarea piccoli ciuffi di camomilla che cresce qua e là, muschio secco e quei fiori di acacia orami secchi e caduti sulla calda roccia.
La bocca è ancora più potente, una sapidità ,che non esiterei a sostenere salata ,che rimane sulla lingua per diversi secondi provocando una salivazione e una tensione in bocca veramente estrema. Un finale di mandorla amara e noce tipici della Garganega. Un vino per me eccezionale nella sua tipologia forse inabbinabile con nessuno piatto e forse se volete talmente estremo e monodirezionale se volete che non potrebbe piacere a tutti. Non ha mille profumi, ha quelli giusti ma espressi come vuole il terroir, non è moribido e cremoso, anzi è nervoso, non è delicato è la pura espressione di un territorio o meglio l’espressione che Angiolino ha dato, senza alterarlo troppo, di un uva di un terreno. Un vino punto!
Molto interessante questa recensione del ’La Biancara’. Estremamente attraente l'immagine dei sassi calcarei associati alle sensazioni olfattive!
RispondiEliminaDovrò assaggiarlo!